Piccoli Punti tra passato, presente e futuro: il professor Rossi racconta questi primi 16 anni
Nel 2021 Piccoli Punti ha spento 15 candeline. Un traguardo importante per la nostra Associazione che si impegna dal 2006 a rendere il melanoma una malattia sempre più curabile. In 16 anni di attività, di eventi, di incontri e di progetti, i punti chiave dell’ente sono sempre rimasti gli stessi: educazione, prevenzione e ricerca.
Piccoli Punti, però, non è fatta solo di numeri e iniziative, ma anche, e soprattutto, di persone. Tra queste, c’è sicuramente il professor Carlo Riccardo Rossi, presidente del Comitato scientifico e tra i fondatori dell’Associazione stessa, che ha vissuto i momenti più salienti in prima linea. E chi, meglio di lui, può illustrarci l’evoluzione della nostra organizzazione in questi intensi anni di impegno nella lotta contro il melanoma?
Abbiamo quindi chiesto di farci raccontare il percorso fin qui compiuto da Piccoli Punti, con una visione proiettata anche al futuro.
Come è cambiata la percezione del melanoma nel corso degli anni?
Fino a vent’anni fa il melanoma era per lo più percepito come una tipologia di neoplasia molto pericolosa, quasi incurabile. Oggigiorno viene ancora considerato tale, soprattutto quando diagnosticato in fase avanzata, ma grazie alla dimostrata efficacia dei nuovi farmaci si sta diffondendo la consapevolezza, soprattutto tra i medici, di una sua migliore guaribilità, anche attraverso la personalizzazione della diagnosi e della cura.
Va inoltre osservato che la popolazione è oggi più attenta a eventuali cambiamenti morfologici dei propri nei: in passato, infatti, il paziente si rivolgeva a uno specialista solo nel momento in cui avvertiva un fastidio o manifestava un sanguinamento cutaneo. Per merito di questo crescente interessamento odierno, nella nostra area geografica, il 70% dei melanomi è diagnosticato in fase precoce.
A questo proposito, uno strumento molto utile per la valutazione del proprio rischio di sviluppare un melanoma è stato realizzato recentemente da Piccoli Punti: si tratta del “Melanometro”. Grazie a esso, una persona può analizzare simultaneamente i propri fattori di rischio, riportarli su una mappa, calcolare il rischio complessivo e, se questo risulta elevato, chiedere una visita dermatologica ai fini della diagnosi precoce.
È però importante incrementare ulteriormente l’efficacia della prevenzione dal momento che l’incidenza del melanoma è purtroppo in aumento, soprattutto all’interno della regione Veneto.
Come è cambiato il ruolo di Piccoli Punti durante questi 16 anni?
Per descrivere il percorso dell’Associazione in tutti questi anni, mi piace parlare di periodi differenti, più precisamente di tre fasi diverse, durante le quali Piccoli Punti ha modificato i propri obiettivi e il proprio ruolo nei confronti dell’Istituto Oncologico Veneto (IOV) e del territorio:
1. La prima fase iniziale che io definirei fase del “contratto”. Piccoli Punti è stata fondata nel 2006 da un gruppo di imprenditori che hanno stipulato un contratto ideale con il sottoscritto, con lo scopo di contribuire finanziariamente all’attività clinica di prevenzione e di ricerca grazie alla creazione di un centro per la diagnosi e la cura del melanoma entro i successivi 5 anni presso l’Istituto Oncologico Veneto (IOV). Ciò si è effettivamente verificato nel 2009, con il rispetto del “contratto” iniziale.
Tuttavia, gradualmente, per motivi vari, molti dei “grandi donatori” iniziali hanno considerato il proprio ruolo esaurito. Contemporaneamente, però, si è verificato un progressivo aumento dei volontari e dei soci
2. La seconda fase che ha consentito il consolidamento ed il radicamento sul territorio di Piccoli Punti. L’aumento dei volontari e dei soci si è rivelato fondamentale per iniziare una rilevante attività di prevenzione primaria nelle scuole e di prevenzione secondaria extra IOV, grazie a manifestazioni sportive e al contributo di aziende. Inoltre, la raccolta fondi ha cominciato a essere mirata su progetti di ricerca specifici. In questo modo è stato possibile radicare ulteriormente Piccoli Punti nel territorio.
A tal proposito, devo ringraziare soprattutto i volontari, Marianna Martinoni, Terzo Filo, il presidente Paolo Castorina e il comitato direttivo di Piccoli Punti per aver reso possibile questa attività
3. La fase attualmente in corso può essere definita “dello sviluppo”. L’attività svolta a sostegno della prevenzione e della ricerca da parte dell’Associazione può contare oggi sull’utilizzo di circa la metà del fundraising, il resto è assorbito dalle spese di gestione. È dunque compito del comitato direttivo, supportato da quello scientifico, produrre una strategia rivolta a incrementare la quota di raccolta fondi da dedicare a progetti sempre più ambiziosi e, in questo modo, promuovere ulteriormente lo sviluppo dell’Associazione
Quali sono stati i momenti più significativi di questi 16 anni di attività?
Ci sono stati diversi momenti importanti in tutti questi anni. Ne cito alcuni:
- Il momento della fondazione, per la soddisfazione di aver trovato persone importanti che hanno creduto nel progetto
- Gli incontri con il gruppo dei volontari, per l’entusiasmo, l’energia percepita e la volontà di fare trasmessi da persone colpite o meno dalla malattia
- La partecipazione a manifestazioni sportive di rilievo, come la maratona di Padova e Venezia o a eventi “in ricordo di” come il trofeo “Marco Possia”, dedicato alla memoria di un giovane sconfitto dal melanoma
- La consegna di borse di studio a giovani medici e ricercatori
- Il festeggiamento dei primi 15 anni di attività con la partecipazione di tutti i soci e i volontari
- La recente testimonianza di un bambino, che ha rivelato spontaneamente di essere già stato informato a scuola dai nostri volontari sul rapporto corretto da tenere nei confronti del sole
Mi piace ricordare in particolare quest’ultimo episodio perché è un esempio lampante dell’efficacia che può avere la comunicazione in ambito di sanità e della realizzazione degli obiettivi di Piccoli Punti, impegnata a sensibilizzare un numero sempre crescente di persone.
Quali sono le sfide per i prossimi anni?
Una delle sfide principali è sicuramente quella di riuscire a comunicare in maniera più efficace per divulgare con maggior efficacia i risultati della ricerca, ma anche per sensibilizzare la cittadinanza, con la speranza di incrementare il numero di soci e volontari. Anche il dialogo con le aziende – interrottosi con il Covid – risulta fondamentale.
I prossimi anni prevedono la realizzazione di diversi progetti – che sono attualmente in fase di partenza o di realizzazione – rivolti a consolidare e sviluppare l’attività di prevenzione e ricerca sul melanoma:
Per quanto riguarda la prevenzione primaria, cioè lo sforzo di educare la popolazione ad assumere uno stile di vita adatto a prevenire l’insorgenza del melanoma sono in corso due progetti: I) quello definito “Sun Lab for kids”, rivolto ai bambini della scuola primaria per insegnare loro e, di conseguenza, alle famiglie, ad avere un rapporto corretto con l’esposizione al sole; 2) il progetto “Melanoma e nutrizione” che ha l’intento di evidenziare alla popolazione quali elementi dell’alimentazione possono avere un impatto positivo sulla prevenzione del melanoma
In riferimento alla ricerca, la diagnosi clinica e patologica del melanoma può essere ottimizzata in due modi: o rendendo più specifici e affidabili i criteri sui quali è basata oppure focalizzando l’attenzione su gruppi particolarmente a rischio di sviluppare un melanoma. Alla prima problematica è legato il progetto “Melanoma e tumori cutanei nei bambini e negli adolescenti: valutazione retrospettiva delle caratteristiche clinico-patologiche e dei fattori prognostici, con particolare riferimento allo studio delle lesioni di tipo spitzoide”, alla seconda è dedicato il progetto “Melanoma Multiplo” che si propone di identificare i fattori clinici e genetici predisponenti allo sviluppo di più melanomi nel corso della vita
Rimanendo nel campo della ricerca, lo studio di trattamenti innovativi da affiancare a quelli già in uso per la cura dei pazienti con melanoma metastatico è fondamentale ai fini di rendere il melanoma sempre più curabile. A questo proposito, Il progetto “Trascrittomica a singola cellula per l’identificazione di nuovi target terapeutici per i pazienti con Melanoma” è attualmente in corso di svolgimento presso l’Università di Padova in collaborazione con lo IOV
Per raggiungere tutto questo è essenziale aumentare la visibilità dell’Associazione nel territorio: il rapporto costante con la popolazione può infatti fare la differenza.