Il progetto “Mappiamo la pelle in 3D” va avanti sostenuto dai fondi raccolti alla Padova Marathon e della Venice Marathon 2019 grazie ai nostri fantastici runner e a tutti i donatori!
Di seguito un aggiornamento dal dott. Giordano Teza che segue la sperimentazione.
Il sistema di supporto diagnostico per immagini che si sta testando consiste in un metodo per l’acquisizione e il trattamento automatico delle immagini in grado di fornire un modello digitale 3D, definito in un conveniente sistema di riferimento per ciascun paziente, testurizzato in banda visibile e nell’infrarosso termico. Il metodo proposto è finalizzato a fornire una mappatura tridimensionale della cute con due possibili approcci:
• acquisizione diretta (prima acquisizione, oppure unica); in tal caso, il metodo è finalizzato a riconoscere i nevi potenzialmente associati sulla base delle loro caratteristiche morfologiche, di dimensioni, cromatiche e di risposta termica;
• misure ripetute nel tempo (multitemporali); in tal caso, il metodo è finalizzato a riconoscere eventuali variazioni morfologiche, di dimensioni, cromatiche e di risposta termica dei nevi che possono essere messe in relazione a sospetti melanomi. Si tratta dell’approccio d’elezione cioè, in generale, il paziente sarà invitato ad essere sottoposto a nuova visita con conveniente tempo di ritorno.
In entrambi i casi, il sistema è concepito al fine di riconoscere i principali indicatori di potenziale melanoma.
L’obiettivo primario è la messa a punto del metodo di supporto diagnostico in una configurazione sperimentale ridotta (sei fotocamere e termocamera) ma idonea a testarne in modo completo l’efficacia. In caso di esito favorevole della sperimentazione, si procederà a definire la configurazione finale del sistema attraverso il quale il metodo sarà praticamente implementato e reso disponibile ai possibili medici-utenti. Si precisa comunque che la sperimentazione clinica ha carattere meramente scientifico, ancorché applicativo, e che l’effettiva realizzazione di un sistema utilizzabile nella normale pratica diagnostica sarà oggetto di specifiche, successive procedure di certificazione a cura di chi acquisterà il brevetto, descritto nel successivo punto 1.3, dal Servizio Trasferimento di Tecnologia dell’Università degli Studi di Padova.
Il metodo, nella sua prima formulazione, è oggetto di brevetto concesso dall’Ufficio italiano marchi e brevetti: “Metodo e apparato per la mappatura tridimensionale della cute di un paziente per il supporto della diagnosi di melanoma”.
Stato dell’arte delle attività
Per quanto riguarda lo sviluppo del software necessario per l’attuazione delle sperimentazioni, sono state realizzati vari codici in MATLAB, primariamente (anche se non completamente) redatti secondo il paradigma della programmazione orientata agli oggetti.
Per quanto riguarda l’hardware, sono già state acquisite e sono disponibili: tre fotocamere; il sistema per l’acquisizione sincronizzata e l’archiviazione delle immagini non polarizzate; una termocamera; il sistema di supporto delle tre fotocamere e della termocamera.
Le sperimentazioni cliniche non sono ancora iniziate. Tuttavia, è già stato definito il Protocollo di Sperimentazione ed è già stata ottenuta l’autorizzazione da parte del Comitato Etico dello IOV, con Cod. Int. CE IOV 2018/06 on 22/01/2018 (“Sviluppo di un metodo fotogrammetrico-termografico per il supporto diagnostico al riconoscimento di lesioni cutanee potenzialmente legate a melanoma”, Principal Investigator: Prof. Simone Mocellin).
Prossime attività
Per quanto riguarda il software i codici per il riconoscimento dei nevi e il calcolo degli indici diagnostici sono pressoché pronti all’uso (salvo modifiche che dovessero rendersi necessarie durante le sperimentazioni).
È in corso lo sviluppo di un sistema di classificazione semantica delle superfici acquisite mediante termografia all’infrarosso alfine di caratterizzare i particolari osservati in base alla corrispondete emissività e quindi introdurre valori corretti nel calcolo della temperatura.
È previsto l’acquisto di altre due o tre fotocamere dello stesso tipo di quelle già disponibili per aumentare la quantità di immagini sincronizzate, nonché la realizzazione del relativo supporto da fissare agli stessi sostegni verticali del supporto esistente. Inoltre, è previsto l’acquisto di filtri polarizzatori per le lampade e le fotocamere.
Per la sperimentazione clinica conformemente all’autorizzazione del Comitato Etico dello IOV è previsto l’arruolamento di circa 1000 pazienti per i quali non vi siano controindicazioni per la rimozione chirurgica di un nevo, necessaria in caso di biopsia (su circa 1000 pazienti arruolati, si prevedono circa 100 biopsie).